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Il vaso di Pandora - Libertas Lucca
Centro Provinciale Libertas Lucca Ente Nazionale di Promozione Sportiva e di Promozione Sociale Riconosciuto dal Ministero degli Interni e dal CONI
Libertas Lucca
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Il vaso di Pandora

L’emancipazione della donna è collegata anche la sua scoperta dello sport.

Questo, infatti, fa parte del complesso dei fattori che hanno portato la donna a diventare cittadina consapevole di una propria autonomia pari a quella dell’uomo…

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“Note e Commenti”

In questo periodo di forzata inattività sportiva non abbiamo smesso di perseguire gli scopi statutari né di perdere fiducia in un futuro prossimo che ci consenta di riprendere le nostre attività.  Per le giovani generazioni abbiamo ritenuto opportuno cominciare un percorso informativo sulle vicende del mondo sportivo nella storia. Questo libro di Simonetta Simonetti è un primo “Quaderno” tematico che affronta un argomento conosciuto sovente in modo superficiale e approssimativo. Il Consiglio Provinciale della Libertas ha ritenuto di offrire ai ragazzi delle Scuole, in primis gli studenti dei Licei Sportivi, questo contributo per ampliare loro la conoscenza e arricchire l’informazione.

Consiglio Provinciale Libertas Lucca

La scuola ha lavorato molto e molto sta lavorando perché le donne raggiungano una parità di genere che sia effettiva e sostanziale nella società di oggi e di domani.

Da anni lottiamo perché la violenza di genere sia portata all’attenzione dei politici, dei giovani, uomini e donne, e delle famiglie stesse.

Dunque questo libro sullo sport femminile arriva in un momento davvero cruciale per il mondo futuro. La pandemia ha acceso le sue luci su questo problema in tanti modi, tanto che viene da chiederci, ma dove sono finite le donne? Sembrano quasi scomparse perché proprio loro hanno pagato il prezzo più alto di questa pandemia dovendosi occupare dei figli soprattutto durante il lockdown, abbandonando il loro posto di lavoro o quando, è andata meglio, si sono dovute districare tra la dad dei figli e lo smartworking.

Molto è stato fatto in termini di uguaglianza, ma molto resta da fare tanto che tra gli obiettivi della Agenda 2030, al quinto goal troviamo proprio loro, le donne, e si dice espressamente che fra gli obiettivi principali troviamo quello di dover ancora “raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”.

Nella post-pandemia, per far fronte alla marcata crisi economica, si è pensato bene di definire nel Recovery Fund, o piano di ripresa e resilienza, e di destinare una cifra cospicua (4 mld di euro circa) al mondo del lavoro femminile e all’investimento in molti asili nido. Certo fa un po’ discutere quella “ inclusione di genere” con cui si apre il PNRR, che denota un linguaggio fortemente stereotipato, come se il mondo femminile fosse ancora un “panda” in estinzione o una minoranza da tutelare.

Al di là di queste considerazioni rimangono molte le differenze tra uomini e donne. I contratti di lavoro registrano ancora una sostanziale differenza, per non parlare tra pubblico e privato, dove la prima condizione garantisce maternità e assistenza a differenza di chi ha una partita Iva a cui non è garantita nessuna tutela. La maternità continua ad essere vissuta come qualcosa da cui il datore di lavoro deve guardarsi.

Eppure la Next generation EU passa prima dalle madri!

Lo sport ha ricalcato nei secoli pari pari questa diseguaglianza. Diciamo pure che esso ha segnato lo spartiacque, il metro di confronto dell’emancipazione femminile.

Simonetta Simonetti ha ben chiarito quanto queste donne, spesso troppo debolì, troppo emotive e poco competitive abbiano lottato e superato se stesse per cominciare a ritagliarsi un ruolo importante in tante discipline sportive prima a loro “estranee” e praticate in esclusiva da uomini. Lei si rivolge in modo particolare a loro, a quelle studentesse, ma oggi direi anche ai maschi, per dimostrare che vale la pena avere delle aspirazioni, che si può raggiungere elevati livelli di competenza perché bastano determinazione, duro lavoro e il non sentirsi diverse.

Questo libro sarà utilizzato in tutte le scuole e potrà fare da cornice ogni volta che il tema sarà trattato visto che non potrà essere abbassata la guardia! Si potrebbe infatti pensare che oggi molti aspetti siano superati ma non ê così e ancora una volta a dimostrarlo è proprio lo sport. Difficilmente le atlete donne sono considerate professioniste: tali sono solamente coloro che ai sensi dell’articolo 2 della legge 23 marzo 1981,n.91” esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso, con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal CONI e che conseguono la qualificazione dalle federazioni sportive nazionali…” infatti Carli Lloyd la capitana del campionato A1 di pallavolo annunciava la sua gravidanza tirandosi dietro molti tremendi commenti sui social. Solo dal 2018 esiste un fondo per le atlete quando in quello stesso anno Lara Lugli è rimasta incinta e fu citata per danni dalla sua società. Da allora molti passi in avanti sono stati fatti anche se lo dobbiamo riconoscere, la pandemia ha messo in ginocchio tante società.

A Lucca abbiamo il liceo sportivo solo dal 2016 aperto a tutti e a tutte consentendo anche alle ragazze, non solo di svolgere le attività sportive anche a livello professionistico, ma di intraprendere quelle tante carriere riservate solo agli uomin. È di recente la notizia che abbiamo finalmente un arbitro donna nel calcio maschile: Stephanie Frappart, entrata nella storia per aver arbitrato una partita UEFA Champions League, e tante altre lo saranno per i loro meriti. Un testo dunque quello di Simonetta Simonetti che dovrà entrare non solo nelle scuole in genere ma soprattutto nei licei sportivi. Le ragazze e i ragazzi impareranno come sia stata difficile e dura la vita di tante donne che hanno caparbiamente scelto questo percorso.

Donatella Buonriposi
Dirigente Ufficio Scolastico di Lucca e Massa Carrara